martedì 1 marzo 2016

Se l'hashish è OGM
 dall'Aldilà 
lo sciamano non torna

Ventanni, simpatica e bella, Cristina torna a casa dopo un paio di giorni passati in compagnia di amici. Come al solito non racconta nulla: da quando ha deciso di prendersi un anno di libertà, finito il liceo, la sua vita scorre tra un lavoro occasionale e il successivo. Senza progetti. Senza gioia e senza dolori. Il fidanzato non ce l’ha e per adesso non ce lo vuole avere.

Questa volta però è visibilmente triste e abbattuta. Tace fino al terzo giorno, poi comincia a fare strani discorsi:”Manterrò l’impegno che ho preso con loro”.



Il quarto giorno sente odore di morfina ovunque e farfuglia che forse è stata drogata contro la sua volontà. A questo punto la madre e la sorella cominciano a preoccuparsi seriamente (il papà è via per lavoro): Cristina ha sempre tranquillamente ammesso che fumava hashish e che aveva persino provato una pista di coca, ma diceva che non avrebbe mai preso droghe sintetiche, ecstasy e crack in testa. Invece il suo delirio, svela una ricerca su Internet, assomiglia proprio ai postumi dell’ecstasy. Primo psichiatra, psicofarmaci a carrettate. Non migliora, anzi è sempre più persa fra fantasmi e spaventi. L’incubo atroce dura altri tre giorni, poi la dichiarazione: “Sono schizofrenica”.



“Mi hanno dato Coca Cola drogata e poi siamo andati nel Mokamba per fare il rito”

Ma cos’è il Mokamba?

“E’ lo spazio del Sabba. Sono andata nell’Al di Là e non riesco più a tornare”.

Altra ricerca su Internet: il Mokamba è un tipo di caffè, ma il nome suona come Macumba, il rito stregonico brasiliano derivato dal Woo Doo (che invece è una religione vera e propria). Suona anche come Mokambo, il bar fallito delle canzoni di Paolo Conte. Quasi comico, ma si sa che i riti satanici esistono e sono pericolosi. Il padre torna col primo aereo. Parlando come fosse lei stessa uno spirito Cristina svela il terribile segreto: “Io sono Satana.”



Gli psicofarmaci però cominciano a funzionare, alleviano il panico a lei e a tutta la famiglia. Secondo psichiatra, riduzione dei farmaci, prima diagnosi: “Esordio psicotico scatenato da eccesso di hashish. Stavolta sembra che riusciamo a riprenderla, ma se succede ancora non torna più”

Ma come, l’hashish non era una droga naturale, tutto sommato meno nociva del vino e del tabagismo? I parenti sessantottini e settantasettini si ricordano bene degli spinelli giovanili e non hanno mai fatto un dramma delle canne di Cristina. Invece la  cannabis non è più sempre quella di una volta. Ne circola un tipo modificato per aumentare il principio attivo. Oggi può essere fino a sei volte più potente di un tempo. Logico: deve competere con le droghe sintetiche ed è diventato anche altrettanto devastante. Così i giovani sciamani a volte non tornano.


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