giovedì 3 marzo 2016

Salecina, a 1800 metri, poco prima del Maloja, poco sotto St Moritz. Luogo di vacanza ma anche fondazione culturale vicina ai socialisti d’Europa, fu fondata nel 1971 da Teo Pinkus, il celeberrimo “libraio rosso” di Zurigo assieme alla moglie Amalia de Sassi. Subito iniziò una programmazione importante. Nel 1976 vi tenne un seminario il filosofo Herbert Marcuse insieme con Max Frisch, uno dei primi finanziatori. Da allora fino a oggi si sono tenute attività, le più svariate, sempre caratterizzate da un grande impegno intellettuale o per l’appunto sociale. Alla faccia del riflusso. Ma cos’è di preciso, Salecina?

A prima vista sembra un normale – bellissimo – agriturismo da una sessantina di posti-letto, al centro di una valle da secoli guardata all’ingresso dal palazzo dei Baldini e sormontata da cime di 2500 e  2750 metri, piuttosto impressionanti tanto sono dirette al cielo.

Naturalmente ci si può andare in vacanza, mezza pensione colazione e cena, senza doversi per forza spremere le meningi partecipando ai gruppi di studio. Si passeggia e via, il paesaggio e l’aria sono straordinari. Una particolarità di Salecina è che si tratta di un modello funzionante di comunità autogestita dagli ospiti. Ma autogestita davvero, in tutti i particolari: dall’acquisto delle provviste alla preparazione di pranzo e colazione. Dalla pulizia dei servizi, delle camere e degli spazi comuni ai bucati, alla gestione della segreteria. Tutto quadra: se il principio è che la divisione del lavoro porta alla dialettica fra servo e padrone, sono aboliti i ruoli subalterni, qui tutti fanno tutto. Altri principi: il cibo è il più possibile e chilometro zero, il più possibile biologico, tendenzialmente vegetariano (ma non del tutto).

Quando si arriva, sia per seguire un seminario o due, sia per passeggiare nei boschi, un Koordinator assegna i compiti della giornata, dopo di che si dimette e assegna a qualcun altro il compito di Koordinator per l’indomani (e costui/costei non eviterà per ciò il resto del lavoro). Questa organizzazione permette di abbattere i costi e di conseguenza i prezzi che in base a un noto principio (a ciascuno secondo i suoi bisogni e da ciascuno secondo le sue possibilità) sono legati al reddito dell’utente e proporzionali a esso (vedi tabella sul sito www.salecina.ch).

La maggior parte degli ospiti sono di lingua tedesca, ma ci sono seminari internazionali, ad esempio sul canto corale e le danze popolari – dove tutto è multilingue, come del resto è nella tradizione elvetica e nel respiro mitteleuropeo dell’Utopia realizzata.

www.salecina.ch

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